La deflazione dello scorso anno ha colpito i beni di maggiore diffusione nel nostro Paese e, se c’è una tradizione massivamente diffusa in Italia, quella è il caffè.
C’è chi proprio non riesce ad ingranare la marcia se non ne prende uno, chi non considera concluso un pasto se non ne beve una tazzina, chi lo gusta semplicemente per passione. In ognuno di questi casi, da gennaio, i consumatori vedranno sparire dalle loro tasche 10 centesimi in più ogni volta che si avvicineranno al bancone del bar per la tanto amata routine del caffè. Le motivazioni alla base di questo incremento sono da attribuirsi alla deflazione che, nel 2016, ha interessato in generale i consumi italiani e, conseguentemente, il prezzo dei beni maggiormente diffusi nel nostro paese. Tra questi, non poteva che esserci il caffè.
Eppure le ragioni a sostegno di questo aumento di prezzo non sono circoscritte all’Italia, ma si allargano su scala mondiale. La produzione del caffè è stata fortemente influenzata dall’instabilità del clima che ha influito negativamente sui raccolti, innescando un deficit che negli ultimi anni ha costretto i torrefattori ad aumentare progressivamente il prezzo del caffè. “Si tratta di uno scenario consolidato e il fatto che ci siano sì aumenti, ma non grandi nel lungo termine, può permettere da una parte di trovare un equilibrio tra consumi in graduale crescita e produzione, dall’altro di dare margini a chi opera nel settore. Non bisogna dimenticare, a questo riguardo, la necessità di un maggiore trasferimento di risorse ai produttori di materia prima che spesso, come si sa, sono piccoli produttori” afferma Andrea Illy, presidente di illycaffè, al Sole 24 Ore.
L’andamento divergente della produzione tra le qualità più diffuse di caffè, la Robusta e l’Arabica, ha generato un riassestamento dei rapporti di costo tra le due: nonostante questo, neanche L’International Coffee Organization (ICO) si mostra allarmata, diffondendo un comunicato per spiegare che, nonostante questa divergenza, la produzione del caffè è rimasta tendenzialmente stabile nello scorso anno, e così dovrebbe rimanere.
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