La Striscia di Gaza, ormai da un decennio, è soffocata dall’embargo impostole da Israele ed Egitto, ma questa repressione non è riuscita ad estendersi alle giovani menti che popolano Gaza. Un esempio di questo, infatti, ci è offerto dalla creatività del giovane trentenne palestinese Fadi at-Tawil con un Master in economia dello sviluppo. Fadi è riuscito a creare una nuova bevanda, un nuovo caffè, attraverso il nocciolo di dattero, notando che 700 tonnellate di questi finivano nell’immondizia.
La produzione attraversa varie fasi: pulitura; sterilizzazione; tostatura; macinazione; marketing. Quest’ultima è una fase molto importante ed il giovane imprenditore palestinese ne è consapevole. Ha girato per le strade per far assaggiare il suo caffè alla gente e per conoscerne il pensiero, ottenendo valutazioni che andavano «da buonissimo a eccellente».
Vittorioso rispetto altri progetti, il caffè di at-Tawil ha ottenuto inoltre l’approvazione del piano Mobadiron 3 che ha come scopo quello di incoraggiare gli imprenditori.
Il nuovo caffè risponde bene al nuovo bisogno della società che beve troppo caffè, ma vorrebbe evitare i suoi aspetti negativi. È infatti un caffè senza caffeina e dal sapore buono, ormai sulla lista delle bevande utilizzate dalle famiglia palestinesi.
Yasser al-Alem, esperto economico, vede nel caffè del nocciolo un buon prodotto, nuovo, e sostiene che il giovane è un buon esempio da seguire, un buon esempio della resistenza alle condizioni difficili e alle sfide che colpiscono ogni settore della Striscia di Gaza, invitando così tutti i suoi giovani abitanti ad uscire dalla crisi e dalla disoccupazione e a prendere l’iniziativa.
Augurandosi e augurandoci che il suo caffè possa anche superare la Striscia di Gaza, Fadi, per ora, si gode la meritata gioia per il successo del suo prodotto e delle tante richieste.

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